Testa Gravida
con la collaborazione di Sabine Bordigoni
immagini a cura di Francesca Corchia
e un ringraziamento speciale a Umberto Giampaolo e Rachele del Prete
una produzione BlancaTeatro – Archivi della Resistenza – Comune di Lerici
Lo spettacolo prende in considerazione le tre opere narrative “Racconto della Contea di Levante“, “Il custode delle voci“, “Colpi di Grazia” di Paolo Bertolani, noto soprattutto per il suo straordinario percorso di poeta.
L’ambientazione dei suoi racconti è precisa: un piccolo fazzoletto di terra tra colline e onde, terra dura, aspra, selvatica. Quei siti, piccoli terreni coltivati con i confini segnati da muretti a secco, oggi scomparsi, ricoperti d’erba. Da lì come giganti emergono, grandi come i personaggi della tragedia greca, il Bèlua, Pin, il Bestia, Tino della Valle, uomini senza tempo, figli della elementarità delle cose, ciclopi dell’esser vivi. Non fantasmi di un passato lontano ma parti nude e scoperte del nostro contemporaneo sentire.
Gesti, situazioni e parole che più che comporre un affresco sul piccolo universo contadino della provincia ligure della metà del novecento diventano metafora dell’oggi, svuotato , come il dialetto dimenticato (gli oggetti scomparsi con le parole che li indicavano..), anche del senso profondo d’essere “comunità”.
Angoli, rumori, odori e volti e rughe e sputi e silenzi. Materiale straordinario per “rileggere” il mondo da un punto di vista tanto parziale da divenire universale.
“Testa gravida” racconta sulla scena quel mondo in cui l’amore è un innesto tra carne e carne, una specie di lotta per arrivare al gusto, quei personaggi veri e sgraziati come una zolla, misteriosi e snelli come la morte che li attraversa senza scalfirli, perché insieme al disincanto è viva e forte la resistenza individuale, a fianco della tristezza corre l’ironia, i drammi privati tengono per mano la tragedia che incombe.
Perché i racconti di Paolo Bertolani sono bestemmie tra i denti.
E se ci guardiamo intorno, oggi, non possiamo che pensare con le sue parole:
“C’è seccume dappertutto. Ultimamente, in piazza, qualcuno giurava di averci visto la vipera“
Lo spettacolo ha come titolo “TESTA GRAVIDA” perché così nel “Racconto della Contea di Levante” la madre definisce il figlio, con la testa fantastica e sempre sbandata dietro alle magìe.
Il teatro è per noi la casa delle magìe e ci vogliono appunto teste gravide, come era quella di Paolo Bertolani, per mantenerlo vivo e necessario.
Questo spettacolo nasce da una precisa e caparbia volontà di Alessio Giannanti.
Di questo lo ringraziamo profondamente e a lui dedichiamo questo lavoro.