SOTTOSOPRA

in cava si sale in miniera si scende

con Matteo Procuranti, Silvia Cuncu, Elena Talenti

e la collaborazione di Giancarlo Mottini

drammaturgia e regia di Virginia Martini

 

Una bella storia non invecchia mai. Come il buon vino con il tempo si arricchisce di nuove sfumature, nuovi significati, evoca nuove immagini.

Vent’anni fa assaggiammo per la prima volta le parole di Sergio Atzeni e fu amore a prima vista.

Divorammo con passione il suo libro “Il figlio di Bakunin” facendone uno spettacolo che potesse essere l’incontro tra il mondo descritto dall’autore sardo e il nostro mondo. Nacque così lo spettacolo Sottosopra e poco dopo anche bellissima canzone omonima che il cantautore Davide Giromini dedicò allo spettacolo e ai temi che il racconto scenico tratta: la vita e il lavoro nelle miniere e nelle cave, “il mondo di sotto e il mondo di sopra”, la fatica, le lotte, il riscatto, il cuore di due culture lontane geograficamente ma vicine nel confrontarsi con la perdita contemporanea di identità collettiva.

Sottosopra parte da Carrara, attraversa il mare e finisce in un buco, in miniera; è lì che è nato: nel Sulcis, in Sardegna; parla la lingua dei minatori ma con inflessioni apuane, una lingua bastarda, che si contamina, si mescola.

Quest’anno ci è capitata l’occasione di riprendere lo spettacolo, dandogli nuova vita, convinti che oggi più che mai vengano perpetrate continue ingiustizie nei confronti di chi lavora, dei più fragili, dei più poveri, di chi arriva da lontano.

 

…i minatori pensano molto, tutti quelli che hanno un brutto destino sul gobbo pensano molto.

Ho un modo di raccontare disordinato, attorciglio tutti i fili. Se dovessi cominciare adesso ti direi…