Los Italianos
“LOS ITALIANOS“
con Antonio Branchi, Giovanni Carli, Matteo Procuranti, Tania Sabinos
alla fisarmonica Davide Giromini
drammaturgia e regia Virginia Martini
una produzione BlancaTeatro – Occupazioni Farsesche – ANPI Sarzana
La nascita della radiofonia in Italia risale al 1924 ma fino agli anni ’30 il regime privilegiò l’informazione e la propaganda scritta; solo col tempo comprese la capacità di penetrazione dello strumento radiofonico, considerati gli alti tassi d’analfabetismo e la scarsa propensione alla lettura. Mussolini, dopo un attento studio delle potenzialità pedagogiche e propagandistiche del mezzo, lanciò la campagna “Il villaggio deve avere la radio” per l’ascolto di massa, in concomitanza con lo slogan hitleriano “La radio in ogni casa” per l’ascolto individuale.
Il duce era convinto che per governare occorrevano le redini dell’entusiasmo e dell’interesse, che senza riti e simboli la fede non potesse durare.
Un ruolo fondamentale nella propaganda radiofonica lo ricoprivano le celebrazioni del calendario fascista poiché espressioni di coesione e manifestazioni di forza, interventi radiofonici rievocativi, solenni nel tono ed aggressivi nel linguaggio.
Frequente era la falsificazione dei numeri per accentuare il sacrificio dei “Martiri della Rivoluzione” o la partecipazione alle manifestazioni.
Il movimento fascista era citato sempre come: “La forza dominante che ha reso servizi inestimabili al paese, sconfiggendo la Bestia Trionfante del bolscevismo“.
Preponderante in tutti gli interventi radiofonici era la figura del Duce, uomo della Provvidenza, capo indiscusso del movimento fascista e fondatore dell’Impero.
A seguire i temi ricorrenti dell’autarchia e della guerra d’Etiopia, presentata come “missione civilizzatrice necessaria per dare terra e lavoro agli abitanti di un paese glorioso“.
In questo contesto si apre lo spettacolo, tra i discorsi del duce, le pubblicità dei prodotti autarchici e le canzonette come “Signorinella pallida” e “Ma le gambe“.
Ma l’Italia non è tutta qui .
Non è solo questo baraccone grottesco, aggressivo, inginocchiato a venerare un duce appontato al suo balcone romano.
Non ci sono solo canzoncine patinate, spose floride che donano la fede alla patria.
C’è qualcos’altro dietro le parate.
C’è un’altra Italia, antifascista, riunita intorno ad altre radio.
Siamo nel luglio del 1936 e dalla radio di Barcellona, Dolores Ibarruri, dirigente del partito comunista spagnolo pronuncia il grido che passerà alla storia “No pasaràn“.
Da poche ore le truppe guidate dal generale Francisco Franco hanno pronunciato l’Alzamineto, il colpo di stato, non riconoscendo valido il governo repubblicano legittimamente eletto dal parlamento votato dai cittadini spagnoli.
Questi fatti coinvolsero l’opinione pubblica internazionale assumendo l’aspetto di lotta tra fascismo e antifascismo e la guerra si combatté anche ai microfoni.
Da Radio Barcellona, Carlo Rosselli, lanciò il grido “oggi in Spagna, domani in Italia“, incitando gli antifascisti italiani alla lotta contro il regime e al sostegno della causa spagnola.
Tra il 1936 e il 1939 più di 4000 italiani fecero parte delle brigate internazionali che combatterono in Spagna per la difesa della libertà .
A loro è dedicato questo spettacolo.
Tra questi c’erano anche due ragazzi di Arcola, un piccolo paese in provincia di La Spezia, Bruno Rolla e Ugo Muccini.
Quest’ultimo è morto combattendo con i repubblicani in Spagna nel 1938.
Qualche anno più tardi altri partigiani di un’altra Resistenza a lui intitolarono la prima brigata partigiana della propria zona.
Spettacolo realizzato con il contributo di Regione Toscana, ANPPIA, Comune di Arcola, ANPI Arcola e il sostegno di Comune di Sarzana.
Spunti bibliografici di riferimento:
“Omaggio alla Catalogna” di Orwell, “Chi c’era racconta” AA.VV. Ed. Zero in Condotta
“Oggi in Spagna domani in Italia” scritti di Carlo Rosselli, “Barcellona 1937” scritti scelti di Camillo Berneri, “Le Brigate Internazionali di Spagna” Luigi Longo, “Il maggiore è un rosso” F.F.Nitti, “La Guerra di Spagna” Gabriele Ranzato, “I Fronti popolari (1934-1939)” J.Mossuz – Lavau – H.Rey.
“Il diario di Ugo Muccini” a cura di Antonio Bianchi.