Questo gruppo di artigiani e di artisti per sei anni ha costituito il Teatro degli Auras agendo con il medesimo obiettivo all’interno dei propri spazi, nelle scuole, nei centri sociali e di aggregazione,nelle piazze, nei cantieri, nelle biblioteche, nei teatri.
Perchè ci sembra così evidente che nel nostro tempo scegliere di “raccontare” a tutti sia di per sé un atto di civiltà e raccontare ciò che oggi come ieri è scomodo da sentire sia un preciso gesto politico, che non accontentarsi del primo risultato raggiunto ma insistere nell’approfondire i motivi e i modi del narrare significhi ricercare, che necessariamente durante questa ricerca di volta in volta il corpo e la parola incontrino l’immagine, i materiali, gli spazi, i tempi, le lingue e i linguaggi e con consapevolezza e curiosità sperimentino.
E potrebbe anche accadere che il nostro caparbio punto di vista possa regalare nuovo significato, respiro, odore, a gesti spesso sviliti (dalla mancanza di risorse) e impoveriti (dall’eccesso di classificazioni).
Le storie hanno odore, come i pensieri, e ogni storia che raccontiamo ha il suo e allo stesso tempo se ne porta dietro altrimille che ancora dobbiamo scoprire.
È questa profonda,infantile,presuntuosa,istintiva smania di scovare e assaggiare che muove il nostro lavoro.